LUI VIVE E TI VUOLE VIVO #01

“Lui vive e ti vuole vivo”, questo il titolo della proposta pensata dai Frati Francescani di Monza per ragazzi dai 18 ai 35 anni. Due giornate trascorse negli spazi del convento del Santuario Santa Maria delle Grazie a Monza, un tempo guidato e organizzato da fra Ivano, per ascoltare, sperimentare attraverso l’arte e condividere.

Il week end inizia con la parte più tosta, una storia forte, vera, che colpisce. È la storia di Giulia Gabrieli, che ci viene presentata da  Antonio e Sara, i suoi genitori. Giulia è morta prematuramente nel 2011 all’età di 14 anni, a causa di un tumore. Questo incontro però non riguarda la morte, ma al contrario sa di vita. Ascoltiamo le parole di una ragazza innamorata della vita quale dono di Dio; le parole di una giovane adolescente che dentro la malattia e il dolore vive affidandosi al Padre, senza la pretesa di capire il perché di tutto ciò che sta affrontando, e con il desiderio di annunciare agli altri l’amore di cui ognuno è destinatario: l’amore di un padre per i suoi figli.

Dopo le parole di Giulia, ci mettiamo in ascolto della parola del Vangelo, guidati da fra Ivano e fra Giambattista. Quello che ci viene rivolto è un invito ad affidarsi, a guardare la nostra vita secondo un’altra logica: è più importante avviare processi, dire il proprio “sì”, aprire il cuore al Signore, piuttosto che sapere già tutto in partenza.

 

Seguendo il movimento delle provocazioni e degli interrogativi nati in noi, arriva il momento di rappresentare graficamente ciò che ognuno vive in quel momento. Per farlo è importante conoscere e dare un nome a ciò che ci abita: le emozioni ci dicono qualcosa su di noi, su come e cosa viviamo nel nostro presente. Il passo successivo consiste nell’individuare una parola, un’intuizione, un concetto rimasti impressi dopo gli incontri appena vissuti, provando a visualizzarne un’immagine, una forma. Gli strumenti a disposizione per la rappresentazione sono essenziali e diversi tra loro: matita, carboncino, sanguigna, china; carta, carta velina e cartone i supporti su cui lavorare. Ci viene consigliato di sperimentare: i diversi modi in cui posso usare uno strumento, la forza che applico, il supporto che scelgo, sono variabili che danno luogo a effetti diversi.

 

Concluso il lavoro individuale, arriva il momento della consegna all’altro di ciò che ciascuno vive nel suo presente. Il risultato è sorprendente: la condivisione di una speranza che riguarda non solo chi la riceve in dono, ma anche tutti gli altri; l’entusiasmo che ci porta a scegliere di vivere non con lo sguardo fisso su ciò che abbiamo perso, ma con la gioia per ciò che ci è stato donato: la vita e la possibilità di amare.

Matteo

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