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Per Giovani 18–35 anni
Benché suoni ovvio, l’accompagnamento spirituale deve condurre sempre più verso Dio, in cui possiamo raggiungere la vera libertà.
Alcuni si credono liberi quando camminano in disparte dal Signore, senza accorgersi che rimangono esistenzialmente orfani, senza un riparo, senza una dimora dove fare sempre ritorno. Cessano di essere pellegrini e si trasformano in erranti, che ruotano sempre intorno a sé stessi senza arrivare da nessuna parte.
Non insisteremo mai abbastanza su questa necessità. È difficile mantenersi fedeli camminando da soli. Abbiamo bisogno di fratelli e sorelle esperti nelle vie di Dio, per poter essere accompagnati nel cammino della vita e nel momento del disorientamento riaccendere la fede e la speranza mediante la Parola e l’Eucaristia. Mentre dobbiamo evitare qualsiasi modalità di accompagnamento che crei dipendenze, che protegga, controlli o renda infantili, non possiamo rassegnarci a camminare da soli, ci vuole un accompagnamento vicino, frequente e pienamente adulto. Tutto ciò servirà ad assicurare un discernimento continuo che porti a scoprire il volere di Dio, a cercare in tutto ciò che più è gradito al Signore, come direbbe sant’Ignazio, o – con le parole di san Francesco d’Assisi – a “volere sempre ciò che a Lui piace” (cfr FF 233).
Il discernimento richiede, da parte dell’accompagnatore e della persona accompagnata, una fine sensibilità spirituale, un porsi di fronte a sé stesso e di fronte all’altro “sine proprio”, con distacco completo da pregiudizi e da interessi personali o di gruppo.
In più occorre ricordare che nel discernimento non si tratta solamente di scegliere tra il bene e il male, ma tra il bene e il meglio, tra ciò che è buono e ciò che porta all’identificazione con Cristo. E continuerei a parlare, ma finiamo qui. (Papa Francesco)