Ho veduto nascere il sole dai ghiacci di Thule
Ho veduto i riflessi dorati delle moschee
Le onde adulte della Guascogna, gli squali bianchi
I tucul, le case dei ricchi, e ho pianto
Il brano si apre con la vista del sole “Ho veduto nascere il sole” e si conclude prima con il tramonto e poi con la vista della “luce”. Sole e luce sono fra i più comune rimandi a Dio nella scrittura. Nell’Antico Testamento la luce designa l’opera stessa della creazione ed è simbolo della felicità e della salvezza. Nel Nuovo Testamento il riferimento principale viene da Giovanni dove Cristo, la luce del mondo entra nel cosmo tenebroso.
Giovanni pone l’uomo davanti alla decisione o per l’incredulità o per la fede che porta alla salvezza.
Il percorso del brano dei New Trolls, una giornata di fronte al creato, che dal mattino al tramonto del sole trova il suo finale. Oltre questo percorso troviamo l’ultimo verso come staccato dal tempo “il buio e la luce”. In Giovanni luce e tenebre designano due modi di esistere: la doppia possibilità dell’esistere umano, quella a partire da Dio, o quella a partire dall’uomo.
San Francesco d’Assisi nel suo Cantico si rivolge agli astri del cielo e agli elementi che compongono il mondo sublunare, chiamati a venire in soccorso dell’insufficienza dell’uomo.
In questo piccolo cantico alla creazione De Andrè, proprio come Francesco nel Cantico delle Creature, prima della conclusione mette l’accento sul perdono e sulla morte.
In questo piccolo brano siamo di fronte al creato tra meraviglie e miserie umane, tra luce e tenebre, e, in questa contemplazione estatica come capitava spesso a San Francesco, arriviamo facilmente al pianto, lacrime di una commozione profonda del cuore.
Ho perdonato, giustificato
Ho veduto morire il sole nel Golfo di Aden
Ho veduto il buio e la luce, e ancora piango