LA GRAZIA DEL LAVORO (fra Giuliano) – I° parte

Qual è il centro della vita di un frate, secondo San Francesco? Se andiamo ai suoi scritti ritorna l’espressione “lo Spirito di Orazione e Devozione”! Più che un recitare tante preghiere si tratta di custodire quotidianamente la relazione con Dio, costruire in noi una casa per Lui, come scrive nella Regola Non Bollata. Accanto a questa struttura portante ne compaiono altre due: lo studio della Parola di Dio e il lavoro. Per Francesco il lavorare è così importante che parla della “grazia del lavoro”. Per questo i frati, da subito, hanno sempre tenuto viva questa dimensione.

Con l’ingrandirsi dei conventi il lavoro è diventato interno: i frati provvedevano alla cura e mantenimento della struttura, alcuni facevano da sarti, altri cucinavano, c’erano fabbri e calzolai e soprattutto ortolani e questuanti. Che sia un piccolo orto o una vigna o un pollaio o qualche piccolo campo, quasi ogni convento mantiene traccia di questa tradizione. Nel convento di San Pancrazio, a Barbarano Mossano vicino a Vicenza, è fra Giuliano a portarla avanti. Il posto si presta, in cima ad un colle, fuori dal paese, con un po’ di bosco e qualche piccolo campo ricavato con fatica nel terreno sassoso. Fra Giuliano vive la sua giornata con i ritmi della terra: ci si sveglia presto, per prendersi cura degli animali, poi in Chiesa per la preghiera con la comunità e poi il mattino si divide tra il campo, l’orto e il bosco.

I macchinari sono pochi, il lavoro manuale si svolge secondo la tradizione. C’è pure la rotazione delle culture, per far riposare il terreno. Il pomeriggio, dopo una breve pausa, riprende il lavoro fino alla preghiera della sera. A seconda delle stagioni anche il dopo cena è un tempo buono per concludere i lavori della giornata. Ad aiutarlo la vicina, Rosalia, che ha la stessa passione per la terra, e di tanto in tanto gli altri frati della fraternità, specie quando qualche attività richiede più persone.

 

Si vede che il lavoro è davvero una grazia: basta guardare fra Giuliano negli occhi! La custodia della natura, i ritmi della terra, la pazienza di chi aspetta che le cose maturino… gli donano una serenità e una sapienza che aiuta la fraternità.  Per questo, nonostante abbia ormai 78 anni, a lasciare il lavoro non ci pensa nemmeno! È una grazia da continuare a gustare, con ritmi diversi, e il suo modo di esprimere l’amore per Dio, gli altri e per la “Casa Comune” che ci è stata affidata.

fra Andrea Maset

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