ESPERIENZA DELL’EREMO

Il 22 agosto si è conclusa la settimana di eremo francescano “Alto e glorioso Dio”,  durante la quale abbiamo avuto modo di riscoprire il gusto e il modo per  stare in relazione con Dio, lontano dagli impegni della vita quotidiana e dalle sue distrazioni.

Seguendo la Regola di vita negli eremi di S. Francesco abbiamo vissuto la settimana coltivando il nostro personale rapporto con il Signore tramite la preghiera solitaria e contemplativa.

La preghiera solitaria non è un tentativo di evasione, e nemmeno una perdita di tempo: è volere darsi al meglio, per scegliere la parte migliore come ha fatto Maria.

Contrariamente all’immaginario comune, l’esperienza dell’eremo è una modalità molto familiare e condivisa di crescita spirituale. Ogni giornata è stata scandita dalla preghiera comunitaria della liturgia delle ore, da catechesi e da momenti di riflessione e preghiera individuale.

 

Alternandoci nello svolgimento delle mansioni quotidiane, come la preparazione dei pasti, abbiamo avuto modo di prenderci cura l’uno dell’altro, ma soprattutto di avere tempo per lasciarci incontrare dal Signore, lasciarci plasmare da Lui, e comprendere (forse) lo sguardo che Lui ha sulla nostra vita.

Durante la preghiera non sono però mancate le difficoltà! Dire le preghiere non è pregare, la preghiera è un incontro, a volte complicato. Così come S. Francesco domandava piangendo “Signore, chi sei Tu? E chi sono io?”, allo stesso modo anche ad alcuni di noi non pareva facile vivere questa relazione in modo autentico. Ogni giorno le nostre riflessioni venivano condivise durante la S. Messa; la condivisione di che cosa la Parola avesse ispirato nel nostro cuore e di come ci aiutasse a rileggere la nostra vita è stata occasione per crescere come piccola fraternità.

In mezzo a tanta preghiera e silenzio non sono però mancati i momenti di comunità e di fraternità, specialmente durante i pasti, che ci hanno permesso di conoscerci meglio e di stabilire rapporti e amicizie.

Filippo

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