Invisibile. Imprevedibile. Ovunque. Comunque. Confini e barriere per lui sono cieli aperti. Semina morte e panico. Abbatte le borse come birilli. Spegne le piattaforme petrolifere perché inutili. Spranga le porte di scuole e cinema, movida e teatri e ristoranti. Tira giù tutte le saracinesche. Le piazze di turismo e di paese le svuota come barattoli di marmellata. Occupa anche le chiese: le mette in silenzio e in disoccupazione. Ha strappato parole e gesti ai credenti. Treni e metro ad uso solo dei fantasmi. Gli aerei come giocattoli abbandonati sulle piste. Ha messo tutti agli arresti domiciliari. Onnipotente. Ha in pugno tutto e tutti. Invisibile nemico di tutti e tutto. Vampiro dei deboli e cinico con chiunque. I politici non trovano strategie per governarlo o contrastarlo. Lo inseguono e lo interrogano scienziati di tutto il mondo e lui non risponde. Duellano corpo a corpo con lui, giorno e notte, eroi santi e silenziosi, i medici e gli infermieri negli ospedali sotto assedio impietoso.
Con reverenza gli è stato dato un nome e un cognome. In latino e carino il primo: Coronavirus; maglia da calciatore il secondo: Covid 19.
Cronaca dei giorni di marzo del nostro 2020.
Il coronavirus ha messo il mondo in Quaresima. Digiuno e penitenza. Ceneri.
Digiuno di abitudini e certezze ed entrate economiche. Penitenza di affetti e cose. Vita senza abbracci. Qualcuno ha sentenziato. “Sono diventati i nostri giorni, giorni ‘senza’”. Di cenere la nostra libertà, i nostri diritti più coccolati.
Nudi.
Nudi noi, nudo il nostro sistema di previsione e prevenzione. Nudo il nostro orgoglio di civiltà e progresso. Nude le democrazie e i regimi autoritari. Nudi e senza poterci rivestire e difendere. Solo l’accortezza e l’obbligo di tenere a casa e dentro di noi la nostra improvvisa nudità. La mano gigantesca e tentacolare del coronavirus spoglia di dignità e vita il mio vicino di casa o di lavoro. Quando sarà il mio turno?
Come Adamo ed Eva, lui il covid 19, caccia via tutti dai nostri ‘paradisi terrestri’. Fino a quando?
Qui, nella mia chiesa, da giorni vuota di canti e volti familiari, entrano interrogativi e angosce. Sono loro a riempire le panche, a mani giunte e in ginocchio per invocare sostegno e sapienza.
Nudo e in silenzio davanti al Signore impari a diventare credente. La tua nudità , come per Adamo ed Eva.
Lui la riveste di un abito nuovo: vero e appropriato. Ti veste di misericordia, umiltà e speranza. Abiti non più indossati da noi da troppe stagioni. Abiti fuori moda. Vestito da Lui, non devi più nasconderti e neanche disperarti. Come per il piccolo Davide il Signore metterà in mano agli uomini di buona volontà la fionda che abbatterà il gigante invisibile e onnipotente.
Il prossimo mese non è Pasqua di Risurrezione?
Fra Alberto Tosini