Ester 1, 5-20
Quando si compirono i giorni delle nozze, il re fece un banchetto per i rappresentanti delle nazioni che si trovavano nella città, per sei giorni, nella sala della reggia. La sala era adornata con drappi di lino delicato e pregiato, appesi a cordoni di lino color porpora, fissati a ganci d’oro e d’argento, su colonne di marmo pario e di pietra. I divani erano d’oro e d’argento, sopra un pavimento di pietra verde smeraldo e di madreperla e di marmo pario; vi erano inoltre tappeti con ricami variegati e rose disposte in circolo. Per bere c’erano coppe d’oro e d’argento, come pure un piccolo calice di turchese, del valore di trentamila talenti. Il vino era abbondante e dolce e lo stesso re ne beveva. Si poteva bere senza limiti: così infatti aveva voluto il re, ordinando ai camerieri di soddisfare il desiderio suo e degli altri.
Anche Vasti, la regina, tenne un banchetto per le donne nella stessa reggia di Artaserse. Il settimo giorno il re, euforico per il vino, ordinò ad Aman, Bazan, Tarra, Borazè, Zatoltà, Abatazà, Tarabà, i sette eunuchi che erano al servizio del re Artaserse, di far venire davanti a lui la regina per intronizzarla, ponendole sul capo il diadema, e per mostrare ai prìncipi e alle nazioni la sua bellezza: era infatti molto bella. Ma la regina Vasti rifiutò di andare con gli eunuchi. Il re ne fu addolorato e irritato e disse ai suoi amici: «Così e così ha parlato Vasti: giudicate, dunque, secondo la legge e il diritto». Si fecero avanti Archeseo e Sarsateo e Maleseàr, prìncipi dei Persiani e dei Medi, che erano più vicini al re e che, primi, sedevano accanto al re, e gli espressero il proprio parere su che cosa si dovesse fare alla regina Vasti, secondo le leggi, perché non aveva eseguito l’ordine datole dal re Artaserse per mezzo degli eunuchi.
Mucheo disse in presenza del re e dei prìncipi: «La regina Vasti ha mancato non solo nei confronti del re, ma anche nei confronti di tutti i prìncipi e i capi del re – infatti costui aveva riferito loro le parole della regina e come ella aveva risposto al re – e, come ella ha risposto al re Artaserse, così oggi le altre principesse dei capi dei Persiani e dei Medi, avendo udito ciò che ella ha detto al re, oseranno disprezzare allo stesso modo i loro mariti. Se dunque sembra bene al re, sia emanato un decreto reale, scritto secondo le leggi dei Medi e dei Persiani e irrevocabile, secondo il quale la regina non possa più comparire davanti a lui, e il re conferisca la dignità a una donna migliore di lei. E l’editto emanato dal re sia fatto conoscere nel suo regno e così tutte le donne rispetteranno i loro mariti, dal più povero al più ricco».
Commento
La storia della regina Vasti, poco conosciuta, è il racconto di una regina che rifiuta di obbedire all’ordine del re, Assuero, dato attraverso sette eunuchi. Il rifiuto risuonò come un oltraggio pubblico, per cui verrà cacciata. Nel racconto non si spiegano le ragioni del diniego di Vasti… la tradizione ebraica aveva ipotizzato che il re avrebbe chiesto di comparire portando solo la corona regale, cioè nuda; qualcun altro ritiene che nel momento in cui si versava il vino venivano mandate via le mogli e fatte accomodare le concubine e le prostitute; si potrebbe aggiungere che forse la regina rifiuta di essere considerata un oggetto da esibire rivendicando così una dignità che neanche il re le può togliere, ma forse è troppo moderno. Questo personaggio però riscuote la simpatia dei lettori e delle lettrici di ogni tempo per il coraggio che dimostra di opporsi a un ordine regale. La regina fa inoltre emergere, una cosa interessante, ossia l’ironia del racconto perché rivela che il re non controlla tutto e tutti! Il potere del re è più affermato e dichiarato e ostentato ma non realmente esercitato. È una marionetta. Ma chi comanda veramente?
Domande: