La fraternità dell’isola di San Francesco

L’Isola di san Francesco del Deserto, densa di storia e di spiritualità, luogo di silenzio e di preghiera, è attualmente abitata da una piccola comunità di Frati Minori che continua la presenza francescana e la vita di preghiera iniziate con san Francesco d’Assisi.

San Francesco ritornava dalla Terra Santa, in particolare dall’Egitto. C’era la quinta crociata in corso e Francesco giunto all’accampamento crociato accampato a Damietta, sul delta del Nilo, tentò di dare il suo contributo per risolvere la guerra pacificamente. Riuscì ad incontrarsi con il Sultano Malik al-Kamil, nipote del Saladino. Francesco non riuscì nel suo intento, ma lasciò una buona impressione nel Sultano tanto che questi fornì una scorta armata a Francesco in modo da tornare incolume all’accampamento crociato.

 

In Egitto Francesco fu raggiunto dalla notizia che l’Ordine in sua assenza stava prendendo una direzione che non coincideva con l’intuizione evangelica iniziale che aveva avuto. Così Francesco ritorna in Italia a bordo di navi veneziane e arriva in Laguna. Sicuramente sbarcò a Torcello, a quel tempo ancora un centro importante e fiorente con il porto, il Vescovo e migliaia di abitanti, per poi approdare nella nostra isola. San Bonaventura da Bagnoregio nella Vita Maggiore, biografia  su san Francesco, che compone intorno al 1260, nel capitolo VIII ci racconta un episodio che vede protagonista Francesco con gli uccelli. Il luogo dov’è avvenuto questo fatto è sempre stato identificato con la nostra Isola.

 

L’isola apparteneva a Jacopo Michiel, un nobile veneziano che la donò all’Ordine dei Frati Minori nel 1233. In quasi 800 anni di presenza francescana per due volte l’Isola è stata abbandonata dai frati: una prima volta tra fine del 1300 e l’inizio del 1400 a causa della malaria; il nome Deserto, di origine popolare, viena dato all’isola in questo periodo perché disabitata. La seconda volta, invece, durante le soppressioni napoleoniche degli ordini religiosi: dal 1806 per più di cinquant’anni l’isola è stata occupata e adibita a polveriera, dalle truppe napoleoniche prima, e poi dagli austriaci. I frati riuscirono a ritornare nel 1858 grazie all’interessamento del padre Bernardino da Portogruaro che nel 1856 riuscì a chiedere e ottenere dall’imperatore d’Austria Francesco Giuseppe, in viaggio di nozze a Venezia, la restituzione dell’isola per i frati. Il padre Bernardino, ora venerabile, è sepolto nella chiesa.

L’attività principale dei frati che dimorano al Deserto è quella della Preghiera e dell’accoglienza: per i numerosi visitatori-pellegrini che arrivano per la sola visita (più di ventiseimila all’anno provenienti da molti paesi del mondo), mentre per chi vuole fermarsi di più c’è la possibilità di essere ospitato nel fine settimana per ritiri spirituali. Chi arriva condivide con la comunità dei frati i momenti di preghiera ed i pasti, durante il giorno vengono proposte due riflessioni. Altra attività è il lavoro manuale di cura e mantenimento dell’isola e degli ambienti del convento. Dalle parrocchie delle isole vicine e dal litorale di Cavallino-Treporti spesso viene richiesto qualche servizio ai frati.

Il senso della presenza di un piccolo gruppo di frati su quest’Isola va oltre la semplice custodia di un luogo caro alla memoria francescana, anche questo, ma soprattutto custodire, condividere e restituire a tutti quelli che approdano quanto di bello si trova e si respira nell’Isola di san Francesco del Deserto. C’è una bellezza ambientale, una bellezza storica di vita vissuta ma soprattutto una bellezza spirituale, dovuta alla presenza del nostro Signore Gesù Cristo e del suo Poverello di Assisi, san Francesco.

 

I Frati Minori di San Francesco del Deserto

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