Nato l’8 dicembre 1924.
Frate Minore dal 1942.
Sacerdote dal 25 giugno 1950.
Se il buon Dio vuole, tra poche settimane celebrerò il 70° di sacerdozio. Una celebrazione importante per ringraziare il Signore. Questa celebrazione non sarà l’unico motivo tra i moltissimi altri che mi ritornano alla memoria, vorrei ricordare tre in modo particolare.
PRIMO: di essere nato e di aver vissuta la mia fanciullezza all’ombra del complesso francescano del Convento di S. Daniele in Lonigo. Abitavo ad un paio di chilometri dal Convento. Inevitabilmente respiravo e mi nutrivo di quell’aroma serafico che trasudava da quelle mura. Periodicamente frequentavo quella chiesa che mi piaceva tanto soprattutto per i magnifici affreschi – da poco ultimati – rappresentanti la vita di S. Antonio e la gloria di S. Francesco e perché mi piacevano le belle cerimonie e i bei canti dei fratini.
SECONDO. Aver vissuto la mia fanciullezza in un periodo storico straordinario per la storia di Lonigo e del convento di San Daniele. Si celebrano due centenari importanti: quello della morte di San Francesco (3 ottobre 1226) e quello della morte di sant’Antonio (13 giugno 1231). I programmi per celebrare mediamente queste ricorrenze tanto care ai figli di San Francesco erano impegnativi, sia sotto l’aspetto strettamente religioso che quello culturale. E la risposta era superiore ad ogni aspettativa. Le popolazioni accorse in massa erano attratte dalla figura di due campioni di santità. Il ricordo lascia un segno.
Trascorso quasi un secolo l’afflusso della gente che frequenta la nostra Chiesa è sempre consolante nonostante tante crisi.
TERZO: (Araldino). Il 19 marzo marzo del 1935 nasce nella nostra Chiesa l’associazione degli ARALDINI. Un’associazione pensata per coinvolgere quei bambini che abitualmente frequentavano le nostre chiese francescane per conoscere sempre più la vita di un santo così grande e sempre attuale.
Con una cinquantina di ragazzi della mia età partecipavo agli incontri che, ogni domenica, si tenevano all’ombra del campanile di San Daniele, animati dell’assistente incaricato (il sign. Cav. Faustino Giordani). Ci intratteneva con la lettura di qualche capitolo dei fioretti di San Francesco. Il c.d. “Colpo di grazia” fu il capitolo XVII: “come un fanciullo, mentre San Francesco stava pregando di notte, vide Cristo e la vergine Maria e molti altri santi parlare con lui“. Tanto bastò per rompere ogni indugio. L’11 ottobre del 1938 ero già “FRATINO DI S. ANTONIO”.
Grazie Signore Gesù.
fra Biagio Boron