L’antica Leggenda dei Tre Compagni descrive un momento importante della vocazione di Francesco:
Una sera, gli amici elessero Francesco loro signore, ed egli fece allestire una cena sontuosa. Terminato il banchetto, uscirono da casa. Gli amici lo precedevano, cantando per la città; lui, tenendo in mano il bastone del comando, camminava dietro di loro, assorto nelle sue meditazioni. D’improvviso il Signore lo visitò e il suo cuore fu colmo di tanta dolcezza, che non poteva muoversi né parlare e non riusciva a sentire o percepire se non quella soavità.
I suoi amici, voltandosi, tornarono da lui e gli chiesero: «A che cosa pensavi, che non ci hai seguiti? Hai forse pensato di prender moglie?». Rispose loro con slancio: «É vero. Stavo pensando di prendermi la sposa più nobile, ricca e bella che mai abbiate visto». E si misero a deriderlo. […]
E da quell’ora … svincolandosi a mano a mano dai rumori del mondo, … spesso e quasi ogni giorno si immergeva segretamente nell’orazione. A tutto questo lo spingeva in certo modo anche quella misteriosa dolcezza che, facendogli visita sempre più spesso nell’anima, lo sospingeva alla preghiera perfino quando stava in luoghi pubblici. Aveva sempre beneficato i bisognosi, ma da quel momento propose fermamente nel suo cuore di non rifiutare mai l’elemosina ad alcun povero che la chiedesse per amore di Dio, e anzi di elargire elemosine più spontanee e generose del solito (FF 1402-1403).
Il cambiamento di Francesco, che parte da una misteriosa intuizione della presenza di Dio, si sviluppa attraverso due elementi: la preghiera e l’attenzione ai poveri.
Ci è fornita una indicazione preziosa: se vogliamo crescere nella comprensione del mistero di Dio, non basta la sola preghiera o la sola attività per gli altri: l’una e l’altra sono come due ali, con le quali la nostra vita può salire più in alto. Non si vola con un’ala sola …
E tu, sei più incline alla preghiera o all’attività per i fratelli?
Fra Cesare Vaiani