“Nel nome del Signore inizia la vita dei Frati Minori!

La regola e vita dei Frati Minori è questa, cioè osservare il santo Vangelo del Signore nostro Gesù Cristo, vivendo in obbedienza, senza nulla di proprio e in castità”.

La nostra vita di frati ha inizio nel nome del Signore e vuole osservare il Vangelo seguendo-ne l’insegnamento e le orme. Frate Francesco è stato in grado di osservare le orme che il Vangelo ha tracciato dentro alla sua vita e alla sua fragilità ed è stato in grado di ripercor-rerle dentro alla sua realtà con l’originalità propria di chi tiene l’orecchio del cuore inclinato alla voce dello Spirito.

Sul sentiero dell’intuizione evangelica che frate Francesco ha percorso per poggiare i sui piedi nelle orme di Cristo, hanno posato i primi passi anche fra Giulio Giaffreda e fra Paolo Pomella che, sabato 3 settembre, nel convento di Mezzolombardo, hanno accolto il dono della prima professione. A essere del tutto onesti, il passo della professione non è il primo ma si inserisce dentro un cammino incominciato in maniera consapevole il 2 dicembre 2019 con l’ingresso in postulato ma che affonda le sue radici più lontano…

Quella del 3 settembre è stata una liturgia aperta, ariosa e fresca, che ha avuto luogo nella “chiesa-giardino” del convento. È bello pensare che è dentro il giardino che Dio crea l’uomo ed è in un giardino che Gesù viene deposto dopo la morte per poi risorgere. Così la “chiesa-giardino” è stata protagonista ancora una volta della fedeltà di un Dio che si avvicina all’umanità. A testimoniarlo non è solo l’affidamento di fra Giulio e fra Paolo ma anche la presenza di molti frati e molti amici che, dentro la loro vita, sono stati toccati in qualche modo dalla carezza del Padre e hanno accompagnato i neoprofessi durante tutto l’anno di noviziato. È attraverso i loro volti e le loro storie che in questo tempo è stato possibile sperimentare concretamente il chinarsi amorevole di Dio nella storia concreta e quotidiana.

Quale amore nella tua vita è centrale?” questa è la domanda che fra Enzo ha posto nella sua omelia. La tensione a porre Cristo quale amore centrale nella propria vita è la via che porta ad una pienezza. Questa è la motivazione che spinge a restituire la vita che ci è donata a colui che è il datore di ogni bene.

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