Pável Nikolaevič Evdokímov, esiliato russo a Parigi, mistico e teologo ortodosso, sposo e padre di famiglia scriveva circa a metà del secolo scorso:
La santità monastica e la santità coniugale sono i due versanti del Tabor: per l’una e per l’altra il termine è lo Spirito Santo. Chi raggiunge la vetta, per l’una o per l’altra via, entra nel riposo di Dio, nel gaudio del Signore; lassù le due vie, contradittorie per l’umana ragione, si scoprono internamente unite, misteriosamente identiche [1].
Questa bellissima affermazione di Evdokímov descrive in poche ma significative parole il nucleo profondo della mia esperienza di qualche anno a contatto con un gruppo di dieci/dodici famiglie con cui proviamo a costruire insieme un cammino di ascolto della Parola di Dio accanto ai propri vissuti famigliari, scambiati e condivisi sia all’interno della coppia che in gruppo.
[1] P.N. EVDOKÍMOV, Sacramento dell’amore, Servitium Editrice, Milano 2011.
Lavoriamo in un’equipe costituita da due famiglie (una giovane ed una con tanti anni vissuti alle spalle) un frate minore (io) e una suora francescana.
Il nostro gruppo viene ospitato all’interno dell’Associazione Qiqajon non solo perché ci fornisce i locali in cui ritrovarsi ma perché ci sentiamo di condividerne il Progetto che promuove, attraverso una comunità residenziale di famiglie, i valori dell’accoglienza dei minori in particolare quelli con difficoltà famigliari di diverso tipo.
Fa molto molto bene ad un frate minore che vive prevalentemente la propria vita di servizio nell’ambito amministrativo-gestionale all’interno della provincia religiosa venire a contatto con i problemi quotidiani delle famiglie: la crescita e l’educazione dei figli, la difficile conciliazione di famiglia e lavoro, il crescere nella relazione di coppia che necessariamente si trasforma attraverso le varie tappe della vita… E tutto questo vissuto all’interno di un cammino di fede che si basa sull’ascolto della Parola di Dio, sull’accoglimento del Vangelo che ci parla dell’irruzione del Regno di Dio nei cammini semplici e quotidiani di vita.
Il programma dei nostri incontri prevede la Lettura di un brano della Parola che viene dato con almeno una settimana di anticipo, segue la condivisione e poi la celebrazione della Liturgia Eucaristica, il tutto si conclude con una cena per cui tutti preparano qualcosa. Programmi semplici alla misura di famiglie con ancora diversi bambini piccoli.
Imparo a portare avanti le cose, insieme all’equipe, anche nella confusione o meglio nell’andirivieni rumoroso dei bimbi (si prova con le babysitter ma alle volte come la mamma e i papi non ce n’è!). Vedo la cura delle mamme per i piccoli, i loro occhi che non mollano la presa sul bimbo nonostante i loro cuori e menti sono presi dalla discussione. Vedo i papà che si concedono alla cura del piccolo per lasciare la mamma godersi con un po’ più di concentrazione la discussione. Osservo i piccoli gesti di affetto tra sposa e sposo: un piccolo bacio, una carezza, un’occhiata…Vedo le famiglie con già 2/3 figli che promuovono la vita stimolando a chi è al primo figlio ad andare avanti e vincere le paure del futuro. Soprattutto vedo che la Parola si fa carne nelle loro vite e sento lo Spirito che le spinge a scelte progressive e coraggiose verso accoglienza di nuove vite e di situazioni particolari. Sperimento la diversità delle donne, spose e mamme, più profonde e più attente e degli uomini, sposi e papà, un poco più lenti nel capire, alle volte rigidi e disattenti, ma con forti visioni sul futuro della famiglia, custodi delle loro spose e dei loro figli. Percepisco la difficoltà dei rapporti di coppia, la durezza delle relazioni vissuti gomito a gomito, giorno per giorno, la complessità di comporre le opinioni e gli stili differenti, ma anche la bellezza dell’unione dei cammini che scaturiscono dall’avere vissuto queste tensioni.
Tornato a casa, in convento, mi rimane il gusto di essere stato compagno di viaggio – niente di più – di queste famiglie in un cammino umano, evangelico e di fede… rivedo i miei fratelli, penso alle loro magagne, penso ai problemi della Provincia, alla necessaria riforma della nostra vita religiosa, al mio lavoro quotidiano e mi sento in sintonia con Anna, Paolo, Pietro, Elisa, il piccolo Davide, la Franceschina…. Perché vedo lo stesso Spirito Santo che è all’opera in me ed in loro…
Grazie Signore!
Fra Mario Vaccari