RESTITUIRE QUANTO NON CI APPARTIENE

Ci sono molti episodi che mostrano Francesco che si priva di qualcosa di proprio per darlo ad altri: la chiave per comprendere questi gesti è l’esigenza della restituzione.

In altra circostanza, mentre ritornava da Siena, si imbatté in un povero. Il santo disse al compagno: «Fratello, dobbiamo restituire il mantello a questo poveretto, perché è suo. Noi l’abbiamo avuto in prestito sino a quando non ci capitasse di incontrare uno più povero». Il compagno, che aveva in mente il bisogno del padre caritatevole, opponeva forte resistenza perché non provvedesse all’altro trascurando se stesso.

«Io non voglio essere ladro – rispose il santo – e ci sarebbe imputato a furto se non lo dessimo a uno più bisognoso». L’altro cedette, ed egli donò il mantello (FF 674).

La convinzione di Francesco è che i beni di cui possiamo usufruire ci sono dati in prestito e che possiamo tenerli per noi solo fino a quando non ci sia qualcuno che ne ha bisogno più di noi. Per questo egli afferma «io non voglio essere ladro»: continuare a usare il mantello davanti a un povero che non ha di che coprirsi sarebbe un furto! Secondo Francesco, qui non è tanto questione di carità, ma di giustizia: infatti parla di furto.

 

Qual è il tuo rapporto con le cose che possiedi? E quanto ti senti interpellato da chi è più povero di te?

Fra Cesare Vaiani

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