SULLE ALTURE MI FAI CAMMINARE – Rifugio SEV

 

“Questa volta, rispetto alla scorsa settimana la gita è più facile”. Sono circa le 9 del mattino di un soleggiato sabato di metà luglio quando fra Ivano, vedendoci arrivare al punto di ritrovo, accoglie me e altri amici con questa frase. “Non ho idea di come sia stata la gita precedente ma per fortuna questa è facile” ho pensato subito. Ma avrei scoperto poco dopo che il mio concetto di facile è ben diverso da quello di fra Ivano.

Invitati a riflettere su cosa sia per noi la bellezza e che cosa riteniamo bello, iniziamo a camminare in silenzio verso il rifugio Sev che si trova ai piedi dei corni di Canzo. Lungo il tragitto, quella fatica che tante volte si vorrebbe evitare perché fa rallentare e qualche volta perfino fermare, ha iniziato a farsi sentire. Mi ha stupito però notare che, nonostante tutto, grazie anche agli amici che erano lì con me in quel momento, non potevo non ripetermi quanto fosse bello il paesaggio che pian piano si intravedeva. Che spettacolo una volta arrivati in cima!

Il resto della giornata è stato un crescendo: la catechesi guidata da Suor Anna sul passo di Lc, 14, 28-36 è stata possibilità per riscoprire quanto sia importante custodire ciò che viviamo di bello; il pranzo è stata una grande gioia tra le battute di suor Moira e fra Gibo, fedelmente spalleggiato da fra Ivano; il momento di condivisione è stato un gran dono perché mi stupisce sempre vedere come tra persone sconosciute ci sia sempre il desiderio di regalare un pezzo di sé.

 

Durante la catechesi Suor Anna, citando Isaac Azimov, ha detto: “Forse la felicità è proprio questo: non avere la sensazione che dovremmo essere altrove, star facendo qualcosa di diverso o essere qualcun altro”. Riguardando a quella giornata, a quei volti e quel paesaggio non posso negare di essermi sentita così: immensamente felice.

Beatrice

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