Tutto è cominciato qualche anno fa, a seguito dell’esperienza della marcia francescana. Tornavo con uno zaino carico di tante domande di vita e soprattutto con un forte desiderio di mettermi in gioco in una realtà a me nuova, nella quale sentivo che il Signore avesse qualcosa da dirmi.
Due nuovi amici mi avevano parlato di un gruppo di giovani che settimanalmente si incontrava per condividere insieme musica e Parola. Un abbinamento decisamente particolare, ma proprio per questa originalità ho scelto di accogliere l’invito ad unirmi.
In punta di piedi mi sono lasciato trasportare in un viaggio che, nella semplicità, ha potuto darmi uno sguardo nuovo nel vivere la Parola. Ad ogni incontro ho sperimentato come il Signore accompagni ciascuno di noi lungo la propria strada unica ed originale.
La fatica di condividere i passi belli e tosti di una giornata, di un periodo, o delle tante situazioni che nel quotidiano ciascuno vive, diventa ricchezza per l’altro. Ascoltare i fratelli che consegnano la propria storia fa sentire meno soli e aiuta ad accorgersi che tutti portiamo dentro quel desiderio di una vita piena, che trova una strada buona se guardato nella luce della Parola.
Contornare tutto questo con altre esperienze, come il canto e la musica (nel modo più semplice e spontaneo) arricchisce il desiderio di mettersi a servizio dell’altro e di condividere il cammino. Solo in uno spirito fraterno posso imparare a “cantare la mia vita con la mia voce specifica, con i piedi nella mia storia, con il ritmo che mi fa bene e funziona, alla velocità della Provvidenza” (F. Rosini).
All’interno di un percorso di ricerca vocazionale esperienze come queste possono rivelarsi importanti nell’allenarsi all’ascolto di quella voce che parla nel quotidiano, in ogni singolo attimo, e ci fa camminare.
Paolo