La volta scorsa ci siamo lasciati chiedendoci come deve essere un francescano in Cina, per vivere la sua fede e donare il proprio carisma.
San Francesco scrive a riguardo dei frati missionari: “essi possono comportarsi in due modi: che non facciano liti o dispute ma siano soggetti ad ogni creatura umana per amore di Dio e confessino di essere cristiani; che quando vedranno che piace al Signore, annunzino la parola di Dio perché essi credano in Dio onnipotente Padre e Figlio e Spirito Santo” (RnB, CapXVI).
Sembra quasi che San Francesco stesse pensando alla Cina quando scrisse tali cose! Il metodo di evangelizzazione che lui propone infatti, si addice bene al contesto di questa nazione: il primo annuncio deve essere quello della fraternità, di uno stile di vita fraterno, vissuto in un clima pacifico senza liti né dispute e misericordioso! Poi, in un secondo momento e solo se sembra utile e ammissibile, può esserci l’annuncio esplicito del Vangelo.
Il popolo cinese è ben radicato alla sua terra, è responsabile ed impegnato nel sociale ma poco incline all’apertura a stimoli esterni. Ecco che quindi la testimonianza cristiana e soprattutto francescana trova una via di annuncio con uno stile di vita semplice ma serio, caritatevole e in ogni caso di speranza; si propaga per “emanazione” simile al profumo delle rose. La quotidianità con i suoi imprevisti, è il momento più adatto per testimoniare una propria vita spirituale, il sentirsi figli amati da un Dio Amore che ha mandato Suo Figlio qui in terra e sempre ci custodisce con lo Spirito Santo.
Moltissimo lavoro c’è ancora da fare in Cina, ma i molti semi che i frati minori hanno piantato e continuano a seminare, non tarderanno a portare i loro frutti!
Questo stile missionario in “secondo piano” se così si può dire, tocca qualche corda del tuo intimo? E non potrebbe essere che il Signore stesso ti stia parlando nel “dietro le quinte” del tuo quotidiano vivere?
Ci vediamo nel prossimo episodio, in Giappone! A presto!